Quando ci si allena regolarmente, con impegno e costanza, può succedere di attraversare dei periodi di fuori forma, con conseguente calo di prestazioni. Se l'attività fisica praticata è troppo intensa e l'organismo non riesce a recuperare, si può andare incontro a overtraining, conosciuto anche come sovrallenamento.
Il primo campanello di allarme, quando si va incontro a overtraining, si presenta quando, nonostante la mole di allenamento, si ha una regressione delle prestazioni anche piuttosto netta. Questo calo di forma non è solo fisico, ma spesso anche mentale e motivazionale, e può portare anche alla staleness syndrome (rifiuto di allenarsi).
Se un atleta, nonostante abbia fatto dalle 48 alle 72 ore di riposo dall’ultimo allenamento, non ha ancora recuperato e presenta sintomi come spossatezza fisica, prestazioni scadenti non spiegabili, cattivo sonno, alterazione dell’appetito, perdita del peso, umore irascibile rispetto al normale, variazione dell’ematrocrito e dell’emoglobina, aumento della frequenza cardiaca, è molto probabile che sia andato incontro ad overtraining.
Vi sono alcuni test di laboratorio ai quali è possibile sottoporsi e che possono dare delle informazioni utili per individuare una situazione da sovrallenamento, come ad esempio la ricerca della concentrazione della glutammina sierica, che diminuisce costantemente nell'overtraining, oppure il dosaggio delle IgA salivari, considerato il miglior test per l’individuazione dello stato fisico in questione.
L’obiettivo del recupero da sindrome di overtraining è quello di ristabilire l’equilibrio psico-fisico che si era precedentemente perso. La pianificazione di un programma di recupero deve essere personalizzata per ogni atleta, tenendo in considerazione tutta una serie di aspetti relativi alle abitudini di vita del soggetto. In base alla gravità dell’overtrainig si potranno attuare diverse strategie.
Se si è in uno stadio iniziale, una diminuzione del volume e dei carichi di lavoro associato ad una buona alimentazione, per un periodo relativamente breve, può far rientrare dallo stato d’allarme. Nei casi più acuti, oltre alla sospensione o riduzione drastica dell’allenamento, spesso vengono associate terapie mediche.
Ovviamente la cosa migliore è non incappare nell’overtraining, dando il giusto tempo di recupero al corpo dopo ogni lavoro. Ogni tipo di lavoro ha dei suoi tempi di recupero in base al costo fisiologico. Ad esempio per una corsa estensiva di lunga durata bastano dalle 12 alle 24 ore di recupero per avere un ripristino completo. Per un lavoro di alta intensità i tempi di recupero si allungano dalle 24 alle 48 ore, ovviamente in base al tipo di lavoro e in base alle caratteristiche proprie del soggetto in questione. Un massaggio defaticante dopo una seduta intensa favorisce il recupero.
Inoltre, è sempre importante mantenere il fisico ben idratato e seguire una corretta alimentazione, per favorire il recupero idrico ed energetico.
Anche l’allenamento può essere inteso come forma di recupero, ad esempio un lavoro aerobico leggero aiuta ad eliminare le scorie metaboliche. L’esecuzione di esercizi di stretching post-allenamento aiuta al recupero muscolare.
Il principio è molto semplice: più è intenso l’allenamento, maggiore è il tempo di recupero che dobbiamo dare al nostro corpo per avvitare il sovrallenamento.
Fonte: www.runningitalia.it