domenica 25 ottobre 2015

Venezia – 25 ottobre 2015 – Maratona di Venezia

La teorica ora di sonno in più la notte prima della Maratona l’ho passata a giocare con mia figlia, come da copione, ma fortunatamente dalla finestra la giornata sembra essere buona: fresco ma soleggiato. Sacca, pettorale e vestiti sono pronti da sabato quindi mi infilo la tuta sociale e alle 7:30 salgo in macchina con Dario ed Elisabetta alla volta di Strà. Una macchina in fiamme in autostrada non ci impedisce di arrivare con il giusto anticipo che ci permette un caffettino, gli ultimi bisogni, qualche saluto e la consegna delle sacche ai camion. In un baleno ci troviamo in coda per l’ultima griglia.
Ore 9:00: entriamo e troviamo gli amici Emanuele, Thomas e Giulia e Mauro di Run Spinea Run con i quali sciogliamo la tensione con battute degne di una terza elementare in gita… Tra la folla riesco anche a salutare Antonio, Cristina e Elisa, alla loro prima maratona: un in bocca al lupo! Partono le carrozzine: mancano 10 minuti.. chi si spoglia degli ultimi strati, chi prova a fare stretching, tutti sono emozionati. Dopo l’Inno d’Italia ecco lo sparo e… niente… camminiamo per 3/4 minuti e poi finalmente passiamo sotto l’arco di partenza tra una selva di “Bip” di strumentazioni varie..
Fortunatamente la calca mi forza a partire lento nonostante l’adrenalina, ma un po’ alla volta riesco a trovare il mio ritmo, so che l’obiettivo di replicare il tempo di Padova è un po’ una chimera, ma vedo di fare il possibile, sto con gli altri ma dopo un paio di chilometri mi trovo solo quindi mi metto il cuore in pace e decido di fare affidamento al piano che ho impostato sul garmin… al quarto chilometro mi rendo conto che non l’ho attivato quindi dovrò correre senza riferimenti altre alle mie sensazione ,pessima prospettiva.
I chilometri passano e fortunatamente il ginocchio pare rispondere bene.. Percorrendo la Riviera mi commuovo un po’ quando mi trovo davanti le case devastate dal tornado quest’estate, lungo gran parte del percorso tifosi e curiosi ci incitano e mi rendo conto che al 15à km sono in piena media. Arriviamo in Piazza Ferretto e al tanto temuto parco di San Giuliano, dove trovo Giovanni, armato di fotocamera, che mi urla “Soffri ma sorridi!”.. annuisco scalando la collinetta, ma credo che gli saranno fischiate le orecchie dopo pochi chilometri. Salgo il cavalcavia che immette sul ponte della libertà e tutto ad un tratto mi prendono i crampi ad entrambe le gambe e cado in ginocchio.
Dopo un momento di panico riparto camminando e realizzo che in nessun ristoro (fino al 30° km) c’erano sali, o probabilmente sono io che ho tirato troppo prima, o entrambe le cose. Comunque il dolore non mi molla e un po’ camminando, un po’ corricchiando finisco l’interminabile ponte, approfittando avidamente del ristoro a metà, anche se forse è troppo tardi.
Arriviamo a Venezia e, mentre vengo sfilato da moltissimi runners che avevo passato prima, provo a salvare il salvabile: conto i ponti come tappe di una via crucis e mi rendo contro di essere nella “Città più bella del mondo” solo quando passiamo in Piazza S. Marco e intravedo la Basilica, ma ormai penso solo ai 2km che mi mancano. Mi passano i palloncino delle 3:40’ e anche delle 3:50’ ma non riesco ad accodarmici e al pensiero di sforare le 4 ore mi prende un po’ di sconforto.
Comunque la folla comincia ad aumentare e vedo l’arrivo, ma sono costretto a fermarmi qualche secondo proprio a pochi metri, leggo 3:51’ ma so che ho qualche minuto di margine e riparto con il poco orgoglio rimasto con la gamba destra totalmente inutile e caracollo al di la dell’arco tra lacrime che non sono di gioia. Gli organizzatori praticamente mi spingono avanti per non creare intralcio a chi sta per arrivare, recupero la sacca e la borsetta con il ristoro, paradossalmente non sono neanche stanco, mi prendo un minuto per allungare un po’ le gambe, mi cambio ed esco dal villaggio.
Incontro e saluto runners amici e conoscenti e mi dirigo al vaporetto, voglio solo andarmene in fretta da qui e mentre penso che non correrò più maratone il tintinnare della medaglia sulla transenna mi ricorda che comunque l’ho finita, non posso dire di essere soddisfatto, ma posso prendermela solo con me stesso. Venezia ha vinto questa battaglia ma l’anno prossimo voglio la rivincita!
Michele Nodari

domenica 18 ottobre 2015

Corsa d’Autunno – 18 ottobre 2015 – Orgnano_Spinea

Ultima domenica prima della Venice, la settimana è stata piovosa e oggi tocca l’ultimo allenamento: 2 ore lento. Fortunatamente a Spinea c’e’ la classica “Corsa podistica d’Autunno” quindi decido di uscire un po’ prima per fare qualche chilometro e poi accodarmi alla corsa ufficiale. Mia figlia mi sveglia presto come di consueto e dopo una partita a Monopoli mi infilo una maglietta ed esco, fa freddino, ma il mio piano è di fare una mezz’oretta attorno a casa, cambiarmi con la canotta sociale e dirigermi alla partenza. Nel tragitto incontro Maurizio Coin che sta andando a parcheggiare e lo saluto, finisco il mio riscaldamento e dopo un pit-stop veloce arrivo alla chiesetta di S. Leonardo dove il gruppo di Amatori è nutrito e incontro anche molti altri amici di corsa. E’ praticamente già ora di partire e ci dirigiamo tutti sotto l’arco che dà qualche segno di cedimento. I partecipanti sono veramente tanti e forse mettere i capannoni della fiera proprio a metà di via Pirandello ha rubato spazio ai partenti; comunque allo sparo si parte, davanti ci sono i bambini e si fa un po’ fatica a passare, ma fortunatamente quest’anno l’attraversamento del viale di via Barzizza è stato più agevole; vedo la mia amica Elisabetta poco avanti e decido di andarla a salutare … faccio fatica a raggiungerla, due chiacchiere e decidiamo di fare la corsa insieme: pessima idea perché oggi è in stato di grazia e il mio lento diventerà un medio/veloce, con buona pace delle mie articolazioni… La giornata si apre e si sta bene, il percorso mi è noto e anche i tratti di sterrato non sono in pessime condizioni, infatti i chilometri passano anche se a metà comincio ad accusare il ritmo un po’ alto…
Alle deviazioni dei percorsi scambio due battute con gli amici di RunSpineaRun e,  dopo aver toccato i comuni di Martellago, Salzano, Mirano, alla fine torniamo a Spinea e comincio mentalmente a calcolare quanto manca, quando mi raggiunge Dario Digeronimo, mancano 2 chilometri e mentre Elisabetta allunga io penso ad arrivare sano e salvo, ma nel rettilineo finale ci facciamo prendere e allunghiamo anche noi arrivando in volata. Forse ne avrei avuto per tirare anche un po’ di più. ma è stato meglio non esagerare. Saluto Manuel, Alessandro e gli altri Amatori e all’arrivo con sorpresa trovo mia moglie e mia figlia in bici, che mi ha accompagnato nei 2 chilometri di defaticamento verso casa. Adesso riposo e preparazione mentale per domenica. E in bocca al lupo a tutti!
Michele Nodari

domenica 11 ottobre 2015

Mirano(Ve) – 11 ottobre 2015 – Marcia Mirano Città Verde

Oggi la tabella di preparazione per la Venice prevede l’ultimo lungo, mi porto ancora lo strascico di febbriciattola e indisposizione da 15 giorni, ma non voglio saltarlo, ho già troppi buchi tra ripetute saltate a piè pari e allenamenti mancati.
La strategia del giorno è partire da casa correndo, fare la 21km a Mirano e tornare di corsa: 30km puliti. E soprattutto nessuna scusa per non raggiungere la distanza. Mi sveglio presto nonostante la precedente serata di festa da amici, faccio un po’ di stretching mentre penso a come vestirmi e alle 8:00 decido di uscire in canottiera, sperando che la giornata si apra. Parto blando e arrivo a Mirano poco prima della partenza anche se vedo già gente che si incammina lungo il percorso, la coda per le iscrizioni come ogni anno  è lunghissima, ma fortunatamente avevo preso il cartellino sabato. Alla partenza sono molto contento di rivedere Manuel tornare a correre, anche se mi comunica rilevanti problemi al menisco: in bocca al lupo!
Trovo anche Dario con il suo amico Luca e decidiamo di fare la corsa insieme. Sono le 8:30 e partiamo: vista la partenza libera non troviamo particolari rallentamenti e cominciamo il percorso che quest’anno mi sembra diverso: sempre molto sterrato, ma fortunatamente la pioggia della notte scorsa non ha causato grossi problemi.
Tra una chiacchiera e l’altra i chilometri passano e un timido sole comincia ad uscire rendendomi felice di essermi vestito poco. Ci fermiamo ai ristori scambiando due parole con le signore sempre gentilissime, ma come ogni anno al ristoro del 10° km, dove si riuniscono i vari percorsi, c’è molta folla e dopo un paio di minuti non sono ancora riuscito a prendere un bicchiere di the, quindi decido di ripartire pianino aspettando gli altri, fortunatamente Luca ha recuperato una bottiglia d’acqua da 1,5 litri da non so dove e ce la spartiamo. I brevissimi tratti di asfalto tra i campi e gli argini sono come una manna per le mie articolazioni e verso la fine la fatica si fa sentire, le chiacchiere praticamente si azzerano e ci scambiamo spesso posizione “tirandoci” a vicenda. Finalmente arriviamo ai Molini e so che dopo il passaggio all’interno del parco saremo arrivati, anche se i pochi metri sul ghiaino della villa sono tremendi!
Luca ne ha di più e allunga, io considero anche i 5 chilometri che dovrò fare dopo e non esagero, anche perchè il sentiero è molto stretto e dobbiamo condividerlo con i camminatori e “i nordici”, e un runner davanti a me in particolare non perde occasione per insultare i camminatori e le persone con il cane, o anche semplicemente chi gli sta davanti. Mi guardo con Dario e concordiamo sulla pochezza di certa gente… io mi godo il giro nel parco e arrivo con Dario in piazza al traguardo, avendo cura di “sverniciare” il simpaticone di prima a pochi metri dall’arrivo.
Recupero la medaglia e bevo un paio di bicchieri di te, non voglio stare troppo fermo. Saluto e ringrazio i miei compagni di corsa … sto per ripartire quando Luca decide di accompagnarmi visto che abita anche lui al Villaggio: ottimo, salutiamo Dario e partiamo. Le gambe sono un po’ dure, ma la compagnia e la voglia di arrivare ci spingono a macinare i pochi chilometri che ci separano da casa. Lascio Luca a casa sua e chiudo i miei 31 km come da copione. Il ritmo non è sicuramente di quelli da ricordare, ma va così: una bella corsa in compagnia con un percorso sempre bello, ho portato a casa una medaglia per mia figlia ed è anche uscito un bel sole.
Michele Nodari