Ore 5:37. Mia figlia chiama, partiamo male. Dopo un po’ di contrattazione…. la parcheggio nel lettone e, ormai che sono sveglio, scendo a prepararmi: fuori è tutto ghiacciato e decido di indossare anche una canottierina sotto la maglia sociale. Approfitto del tempo in più per togliere il ghiaccio dalla macchina e portare la temperatura sopra lo zero. Il mio amico Antonio mi sorprende mentre sto litigando con i guantini che ho deciso di portare con me, sale in macchina e partiamo alla volta di Arre: bassa padovana. Strade deserte, arriviamo e parcheggiamo non vicinissimi alla partenza, ma strategicamente davanti ad un bar. C'è già un po’ di movimento e, sfidando il gelo mentre il sole fa ancora fatica a sorgere, andiamo sotto la barchessa di Palazzo Papafava per l'iscrizione: 2.50€ solo ristori, vedo Manuel Favaro al gazebo di 1/6h e vado a salutare lui e Alberto, due chiacchiere e torniamo al bar per un caffè e per prendere coraggio per spogliarci. Ormai sono le 8:00, ora della partenza ufficiale, torniamo all'arco pronti per affrontare il freddo sibArriano, io alla fine ho preso i guanti e Antonio il gilet, passiamo sotto l'arco e incominciamo la corsa pianino per evitare di farci male.., ma dopo un paio di chilometri mi rendo conto che non andiamo affatto piano, 4’40” al km chiacchierando… non reggeremo fino alla fine, ma il freddo ci spinge e la giornata si sta rivelando limpida e luminosa. Ricordavo quest'atmosfera di campi e silenzi dall'anno scorso e sono contento di aver portato Antonio con me. Superiamo un po’ di camminatori nelle fasi iniziali e troviamo un ritmo che ci permette di scambiare qualche parola e ammirare il paesaggio circostante. Il freddo è ancora pungente , ma grazie anche al the caldo che ci porgono i sempre ottimi volontari, senza accorgicene, arriviamo circa all'ottavo chilometro dove i due percorsi si dividono (Antonio farà i 13 km perché reduce da una distorsione alla caviglia, io vado per i 19 km). Da qui procedo da solo, puntando di volta in volta un podista "raggiungibile" e provando a superarlo, ma non voglio trovarmi, come la settimana scorsa, senza risorse prima della fine. Vago con i pensieri: al passato e al futuro della nostra società, ad Antonio che vorrebbe iscriversi l'anno prossimo, a come la vita sia in grado di sorprenderti ogni giorno, ma prima di perdermi in elucubrazioni troppo profonde decido di concentrarmi sulla corsa: il percorso è veloce, anche i pezzi di sterrato sono compatti e provo ad allungare timidamente mentre i chilometri passano e comincio a identificare i luoghi prossimi all'arrivo. Al cartello dei 17 provo a spingere un po’ più forte, arrivo bene al successivo, e decido di provare a dare tutto nell'ultimo chilometro... solo che al cartello del diciannovesimo sono ancora lontano, vedo la chiesa in lontananza, ma ormai non voglio mollare e, un po’ a fatica, copro i 700 metri di bonus che gli organizzatori ci hanno regalato. Fa un po’ poco, più caldo, ma vado dritto al ristoro per un bicchiere di the caldo, per la polenta con i funghi c'é una coda considerevole quindi, dopo un saluto veloce ad Alberto mi dirigo verso l'auto, incrocio Antonio che era venuto a recuperarmi e torniamo a casa, mentre continuano ad arrivare podisti. Siamo soddisfatti e il freddo non ci ha impedito di divertirci.
Michele Nodari
domenica 29 novembre 2015
lunedì 16 novembre 2015
Palmanova(Ud) - 15/11/2015 - Maratonina di Palmanova
In uno slancio di entusiasmo la mia amica Anna mi aveva convinto, il giorno prima della Venice, ad iscrivermi a questa mezza. Sono stato moltissimi anni fa a visitare la città di Palmanova e mi avevano affascinato la pianta originale e le caratteristiche medioevali, quindi a dispetto della lontananza ho deciso di tornarci da runner.
Dopo una serata con gli amici, conclusasi con castagnata sul caminetto, preparo tutto l'occorrente e vado a letto, ma la sveglia suona tremendamente presto, fuori dalla finestra non vedo ancora la neve quindi opto per la canotta, infilo le scarpe nuove e via verso Mestre per recuperare Anna e tre sue amiche di corsa. Presentazione veloce e via in autostrada. Il viaggio non è nemmeno particolarmente lungo e dopo una sosta in autogrill tra alpini e camionisti alticci arriviamo a Palmanova e parcheggiamo a 100m dalla partenza. Pettorali e pacchi gara li aveva presi Tiziana il giorno prima quindi ci rifugiamo in un bar, dove arrivano anche Roberto & Erika, per bere un caffè e stare un po’ al caldo. A 20 minuti dalla partenza torniamo in macchina per spogliarci e mentre le donne gozzovigliano a barrette energetiche e bibite ipotoniche, parlando di colazioni con 8 albumi, fette biscottate e proteine, io penso che ho in corpo solo un caffè... Chiudo la macchina e ci portiamo in piazza, il tempo è uggioso e fa freschino, ma la piazza è gremita.
La folla ha raggiunto i 3500 partecipanti e la partenza è divisa in due direzioni diverse: scelta ottima visto che uscire dalle mura avrebbe potuto essere complicato.
Incontro Daniele che so essersi preparato molto bene e gli auguro in bocca al lupo. Sto per mettermi almeno a fare un po’ di stretching, ma lo speaker chiama un minuto di silenzio per le vittime di Parigi e da il via. Parto ancora un po’ infreddolito perdendo subito le donne, ma il mio obiettivo è fare del mio meglio senza forzare troppo, per avere un riferimento nel mio "cammino di ricostruzione" che voglio intraprendere. Usciamo dalle mura e dopo le prime centinaia di metri "stretti" ci immettiamo nelle strade normali, ancora compatti, a circa 2 km ci ricongiungiamo con chi era partito dall'altra porta e diventiamo un unico fiume colorato che parla praticamente solo slavo e tedesco.
Mi sento abbastanza bene e i chilometri passano veloci, incontro Gianfranco e un altro paio di Amatori lungo il percorso, ma per lo più sono solo, accompagnato da un paesaggio quasi fantastico: borghi medievali in lontananza tra i campi nella nebbia. Incredibilmente mi trovo a metà percorso e mi sento bene per cui mi metto in testa di provare a raggiungere i palloncini dell'ora e quaranta, allungo timidamente e dopo circa cinque chilometri li vedo in lontananza, li raggiungo e piano piano me li lascio alle spalle.
Il percorso ci sta riportando a Palmanova, la densità di case e di spettatori aumenta, al chilometro 19 provo a tirare ancora un po’ e quasi inaspettatamente dopo una curva vedo le mura e, attraverso la porta della città, l'arco di arrivo in fondo ad un rettilineo che inizia con un falso piano. Provo a dare tutto quello che mi resta e passo sotto l'arco in 1:37 e rotti, senza fiato, ma molto contento, una ragazza mi mette al collo la bellissima medaglia, ma invece di andare verso il ristoro, torno sui miei passi per andare a prendere Anna. Camminando vedo arrivare Roberta, Simonetta, amici Amatori e atri conoscenti e li incito, che manca poco. All'altezza del 19° km vedo Anna che sta sopraggiungendo e Tiziana poco dietro, quindi mi attacco a lei e le porto ad affiancarsi, incitandole fino all'arrivo. Tutte contente, tutte hanno migliorato il personale: bene. Finalmente posso bere un goccio di the al ristoro, dove non era rimasto moltissimo, saluto gli Amatori e ci dirigiamo verso la macchina, una volta cambiati partiamo e in 5 minuti siamo al casello.
Devo dire che è stata una delle corse meglio organizzate a cui abbia partecipato: bel contesto, percorso veloce e piacevole, ottimi i ristori e anche le compagne di viaggio.
Michele Nodari
Dopo una serata con gli amici, conclusasi con castagnata sul caminetto, preparo tutto l'occorrente e vado a letto, ma la sveglia suona tremendamente presto, fuori dalla finestra non vedo ancora la neve quindi opto per la canotta, infilo le scarpe nuove e via verso Mestre per recuperare Anna e tre sue amiche di corsa. Presentazione veloce e via in autostrada. Il viaggio non è nemmeno particolarmente lungo e dopo una sosta in autogrill tra alpini e camionisti alticci arriviamo a Palmanova e parcheggiamo a 100m dalla partenza. Pettorali e pacchi gara li aveva presi Tiziana il giorno prima quindi ci rifugiamo in un bar, dove arrivano anche Roberto & Erika, per bere un caffè e stare un po’ al caldo. A 20 minuti dalla partenza torniamo in macchina per spogliarci e mentre le donne gozzovigliano a barrette energetiche e bibite ipotoniche, parlando di colazioni con 8 albumi, fette biscottate e proteine, io penso che ho in corpo solo un caffè... Chiudo la macchina e ci portiamo in piazza, il tempo è uggioso e fa freschino, ma la piazza è gremita.
La folla ha raggiunto i 3500 partecipanti e la partenza è divisa in due direzioni diverse: scelta ottima visto che uscire dalle mura avrebbe potuto essere complicato.
Incontro Daniele che so essersi preparato molto bene e gli auguro in bocca al lupo. Sto per mettermi almeno a fare un po’ di stretching, ma lo speaker chiama un minuto di silenzio per le vittime di Parigi e da il via. Parto ancora un po’ infreddolito perdendo subito le donne, ma il mio obiettivo è fare del mio meglio senza forzare troppo, per avere un riferimento nel mio "cammino di ricostruzione" che voglio intraprendere. Usciamo dalle mura e dopo le prime centinaia di metri "stretti" ci immettiamo nelle strade normali, ancora compatti, a circa 2 km ci ricongiungiamo con chi era partito dall'altra porta e diventiamo un unico fiume colorato che parla praticamente solo slavo e tedesco.
Mi sento abbastanza bene e i chilometri passano veloci, incontro Gianfranco e un altro paio di Amatori lungo il percorso, ma per lo più sono solo, accompagnato da un paesaggio quasi fantastico: borghi medievali in lontananza tra i campi nella nebbia. Incredibilmente mi trovo a metà percorso e mi sento bene per cui mi metto in testa di provare a raggiungere i palloncini dell'ora e quaranta, allungo timidamente e dopo circa cinque chilometri li vedo in lontananza, li raggiungo e piano piano me li lascio alle spalle.
Il percorso ci sta riportando a Palmanova, la densità di case e di spettatori aumenta, al chilometro 19 provo a tirare ancora un po’ e quasi inaspettatamente dopo una curva vedo le mura e, attraverso la porta della città, l'arco di arrivo in fondo ad un rettilineo che inizia con un falso piano. Provo a dare tutto quello che mi resta e passo sotto l'arco in 1:37 e rotti, senza fiato, ma molto contento, una ragazza mi mette al collo la bellissima medaglia, ma invece di andare verso il ristoro, torno sui miei passi per andare a prendere Anna. Camminando vedo arrivare Roberta, Simonetta, amici Amatori e atri conoscenti e li incito, che manca poco. All'altezza del 19° km vedo Anna che sta sopraggiungendo e Tiziana poco dietro, quindi mi attacco a lei e le porto ad affiancarsi, incitandole fino all'arrivo. Tutte contente, tutte hanno migliorato il personale: bene. Finalmente posso bere un goccio di the al ristoro, dove non era rimasto moltissimo, saluto gli Amatori e ci dirigiamo verso la macchina, una volta cambiati partiamo e in 5 minuti siamo al casello.
Devo dire che è stata una delle corse meglio organizzate a cui abbia partecipato: bel contesto, percorso veloce e piacevole, ottimi i ristori e anche le compagne di viaggio.
Michele Nodari
domenica 8 novembre 2015
Padova - 7 novembre 2015 - PerCorri l'Armistizio
Dopo una settimana di stop per smaltire i postumi della maratona decido di partecipare a questa prima edizione di PerCorri l' Armistizio, complice anche la splendida giornata. Il riscaldamento l'ho fatto a casa perché mia figlia mi ha chiesto di fare una corsa insieme: 2 km di gioia... comunque arrivo presto a Padova, conosco la zona è mi iscrivo: 2,5 € senza pacco gara, ma con una visita gratuita alla villa. Mi porto alla partenza dentro a Villa Giusti dove cominciano ad arrivare i primi podisti. I percorsi ufficiali sono 3, 5, 10 e 20 km, ma come dice il buon Dario Bolognesi dal megafono, il percorso è "tutto dritto": 10 km da Villa Giusti al Castello del Catajo e ritorno, tutto sull'argine, infatti molti decidono di girarsi e tornare indietro a piacimento. Prima della partenza c'è la possibilità di visitare la villa e il parco e ne approfitto. Ore 14:30 e si parte: si esce dalla villa e dopo poche centinaia di metri si sale sull'argine. Parto praticamente ultimo e passo un po' di camminatori e runners, il sole mi scalda il viso e i Colli Euganei all'orizzonte sono bellissimi, i chilometri passano, ma un rettilineo di 10 km è duro, fortunatamente mi affianca un partecipante che fa i 10 (si arriva comunque al Catajo e si torna con la navetta) e chiacchierando arriviamo alla fine, lui si ferma, io bevo un tè e mi giro per tornare. Ho apprezzato molto il fatto che questo tipo di percorso mi ha permesso di incrociare gente praticamente per tutto il viaggio di ritorno, alleviando la fatica. L'arrivo è al centro parrocchiale della Mandria dove ci aspettavano castagne e con vin brulé, oltre al classico the e biscotti.
Manifestazione molto bella, un po' caotica per il fatto che iscrizione, partenza e arrivo fossero in tre posti diversi, ma per essere la prima edizione merita un bel plauso e infatti prima di tornare vado a complimentarmi con Dario. Speriamo che l'anno prossimo ci sia ancora maggiore affluenza e i piccolissimi dettagli negativi vengano corretti. Io la rifarò volentieri.
Michele Nodari
Manifestazione molto bella, un po' caotica per il fatto che iscrizione, partenza e arrivo fossero in tre posti diversi, ma per essere la prima edizione merita un bel plauso e infatti prima di tornare vado a complimentarmi con Dario. Speriamo che l'anno prossimo ci sia ancora maggiore affluenza e i piccolissimi dettagli negativi vengano corretti. Io la rifarò volentieri.
Michele Nodari
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