domenica 26 aprile 2015

Mestre(Ve) – Venice Running Day – 26 aprile 2015

ho un rapporto un po controverso con questa manifestazione, ma visto che molti dei miei amici si erano entusiasticamente iscritti e mi avevano chiesto cosa intendessi fare, ho deciso di partecipare, e mi ero iscritto pur sapendo essere a ridosso della Maratona del Santo, ho accuratamente evitato la competitiva da 10km e optato per la panoramica, con l’idea di decidere la lunghezza del percorso in base alle sensazioni… Stamattina casualmente mi alzo prima della sveglia, controllo fuori e vedo che il tempo sembra reggere, forse non prendiamo la pioggia, preparo un po’ di cose e nel frattempo le donne si svegliano e ci scappa anche la colazione insieme, mi metto la tuta sociale e parto alla volta di S. Giuliano. Memore delle difficoltà dell’anno scorso arrivo prestino e parcheggio comodo vicino al villaggio, ritiro il pettorale e provo a prendere il pacco gara, ma è possibile farlo solo dopo la corsa, chissà perché?
Comunque a poco a poco arriva un po’ di gente, saluto conoscenti e Amatori, scambio due chiacchiere con l’ottimo inviato ufficiale: Michele Scaggiante, e finalmente arrivano i miei amici, quasi tutti.. foto di rito, caffè no perche il bar è troppo lontano e ci avviciniamo all’arco di partenza dividendoci tra competitivi e panoramici. Mi accordo con Antonio di puntare a fargli fare il personale sugli 11km e così io metto ancora un po’ di strada sulle gambe senza forzare troppo, alla fine decideremo se allungare fino ai 18km. Partiamo piano e un po’ alla volta il gruppo si sgrana, c’é parecchia gente e fa parecchio caldo, a dispetto delle nuvole nel cielo. Il percorso è il solito e a me piace: S. Giuliano, il Bosco di Mestre, un paio di Forti, ritorno a S. Giuliano. Per noi finisce qui perché entrambi siamo provati e decidiamo che 11km per oggi possono bastare, quindi da carogna lo sprono a fare l’ultimo km “a spacco”, inconsapevole dell’enorme collina che precede l’arrivo, ma il sacrificio porta i suoi frutti e arriviamo in circa 55 minuti.
Antonio fa il suo personale e io registro un po’ di sensazioni. Andiamo ad assaltare il ristoro e a recuperare il pacco gara, troviamo Cristina che ha finito la competitiva e aspettiamo che arrivino le donne. Saluto Silvia, oggi in veste di fotografa, Michele, Maurizio e tutti gli altri, è ora di andare. Caldo a parte anche quest’anno ho apprezzato le caratteristiche di questo percorso dove ci si incrocia spesso e, ovviamente, le location. E’ bello cercare di migliorarsi, preparare un evento al meglio, seguire tabelle etc, ma la corsa è anche, e soprattutto, correre in compagnia, senza pretese e divertendosi. E spesso io per primo me ne dimentico, ma fortunatamente queste occasioni me lo ricordano.
Michele Nodari

sabato 25 aprile 2015

Spinea(Ve) – 25 aprile 2015 – Scarpinando insieme

Dopo la maratona, avevo deciso di seguire il consiglio di Giovanni e fare una settimana di riposo assoluto, con un uscita tranquilla nel weekend, e complice anche il programma di andare al mare per il weekend mi sono preso una pausa, anche mentale, dalla corsa.
Il meteo non ha dato troppa fiducia a mia moglie per cui il mare è saltato e venerdi sera sono corso a consultare Il Calendario del Podista Veneto per vedere cosa ci fosse nei dintorni, scoprendo con gioia che proprio a Spinea si sarebbe svolta la “Scarpinando insieme“; quale migliore occasione per fare 5km tranquilli con la famiglia praticamente fuori dalla porta di casa?
Infatti sabato mia figlia ci sveglia presto come sempre, ci prepariamo, e insieme ci rechiamo alla scuola elementare “Ai caduti” dove ci iscriviamo e ritiriamo una maglietta dell’evento che mia figlia ha indossato seduta stante. Caffè in piazza mercato, giretto e torniamo al parcheggio che si sta affollando. Arrivano tanti Amatori, tanti amici e anche alcuni compagni di corsa  ai quali manifesto la mia volontà di fare i 6km, con molta calma, per vedere come risponde il ginocchio.
Poco dopo le 9:30 lo speaker dà il via e il serpentone comincia a muoversi lentamente, io sono libero da cuffie, gps, tensione e aspettative e cammino volentieri per le prime centinaia di metri, la bambina è partita con mia moglie sul monopattino, ci vedremo al ristoro.
Dopo molto tempo mi ritrovo a correre con il mio amico Denis e sto volentieri al suo ritmo, chiacchieriamo del più e del meno mentre percorriamo assieme le strade che spesso facciamo da soli negli orari più disparati. I nostri ritmi sono un po’ diversi e fortunatamente lui mi frena un p’o e nel contempo io lo tiro, ottima soluzione per entrambi, tanto lui farà i 12km e io i 6km… e invece no, chiacchierando mi sono perso la deviazione e mi ritrovo sul percorso lungo, e senza la possibilità di tagliare visto che la stragrande maggioranza del percorso è sull’argine, con infide buche (chi si ricorda Borbiago?) ed erba lunghissima a dare fastidio…
Comunque non mi sento malissimo, sto andando piano, Denis invece sembra essere un po’ impiccato e mi lascia andare. Si torna sull’asfalto, non ho fatto i ristori e il caldo comincia a sentirsi, ma vedo che mancano 3km, mi sento bene e vedo Sivia Pascoli in lontananza, un po’ alla volta la raggiungo e scherziamo sull’allungo finale, poi vedo la mia amica Arianna e raggiungo anche lei, la sua compagna Elisabetta sarà già arrivata, mancano poche decine di metri e Silvia sopraggiunge mantenendo la promessa dell’allungo: andiamo, e sorridendo finiamo nel parcheggio, dove recupero la famiglia, bevo un po’ d’acqua e faccio due chiacchere con un po’ di gente.
Tutto sommato bene, il ginocchio mi duole, ma poco, la condizione generale è ancora “da recupero”,  ma è stata una bella corsa e mi ha fatto piacere farla senza nessun tipo di tensione. Tanti bambini, tanta aria di festa e tanta partecipazione: bello.
Michele Nodari

domenica 19 aprile 2015

MARATONA DI PADOVA – 19 aprile 2015 – Padova

Venerdi, uscito dall’ufficio, sono andato in Prato della Valle a recuperare il pettorale ed il pacco gara, di cui mia figlia ha apprezzato gli occhiali da sole rossi. Ieri ho preparato tutto, attaccato il pettorale alla canotta Amatori, preparato lo zainetto con il cambio e impostato la sveglia per le 6 di stamattina..
Come la maggior parte delle volte mia figlia è arrivata prima della sveglia e alle 5:30 ero operativo. In via del tutto eccezionale faccio colazione: una banana, il caffé lo prenderò alla partenza, carico tutto, tergiverso un po’,  ma decido che è inutile stare a perdere tempo e parto alla volta di Campodarsego. Nonostante tutta la calma arrivo che ci sono praticamente solo gli alpini, parcheggio e faccio due chiacchiere prima di dirigermi verso la partenza. Caffè solitario e consegno la sacca al corriere, faccio un po’ di stretching, ma non corro, forse ho paura delle sensazioni che potrebbe darmi il ginocchio.. Passa un’ eternità e finalmente ci siamo, entro in gabbia e dopo le hand bike partiamo. Fa freddissimo e tira un discreto vento contrario, meglio: così non mi viene voglia di strafare.. il percorso mi è familiare, sono a casa, non ci credo quasi di fare la mia prima maratona nelle zone della mia giovinezza, mi passa un po’ di gente, ma mi costringo a conservare le forze, saluto i volontari e gli spettatori e do il cinque ai bambini che protendono le mani verso di noi e in men che non si dica arriviamo a Camposampiero, dove partirà la Mezza e ci sono tantissimi spettatori ai lati della strada: carica di energia!
Infatti guardo il Garmin e sto accelerando.. rallento, e passato il centro troviamo un ponte con una discreta salita, ma sono ancora fresco, e poco dopo troviamo il punto di cronometraggio dei 10km, non mi ricordo il tempo, ma non poteva essere che alto, comunque il ginocchio per ora mi da tregua, il vento rimane, ma il sole comincia a scaldare un po’. I km passano, a Rustega troviamo le majorettes e con il mio ritmo arrivo a Borgoricco e a Fiumicello, 20 km, poi il percorso prevede di ripassare per Campodarsego e nel frattempo i km diventano 30. Da qui vado alla cieca: non ho mai fatto più strada di così. Ci immettiamo nella statale del Santo e ci ricongiungiamo con i runners della mezza. Fortunatamente ho avuto l’accortezza di bere qualcosa a tutti i ristori, ma all’altezza di Cadoneghe il ginocchio comincia a protestare, seguito a ruota dal resto del corpo, sono costretto a camminare un po’, ma una bambina mi incita a ripartire e a fatica passo il ponte sul Muson per entrare a Padova. Qui le persone ai lati della strada si moltiplicano, arriviamo all’Arcella, e un pensiero va ai 5 anni di superiori che ci ho fatto, onestamente penso a qualsiasi cosa pur di avanzare, ma il cavalcavia della Stazione al 40° km è troppo e l’ho fatto camminando, subito dopo approfitto dell’ultimo ristoro e mi dico che 2km non sono poi molti anche se la stanchezza, i sanpietrini e il ginocchio tentano di convincermi del contrario.
Sento anche dei principi di crampo, ma ormai siamo in pieno centro, vedo la Basilica del Santo, il rettilineo che porta a Prato della Valle, ma non riesco a fare niente se non continuare con gli ultimi rimasugli di energia. Entro in Prato, purtroppo gli archi degli sponsor si stanno sgonfiando e siamo costretti ad alzarli noi per poter passare, unica sbavatura di un’ottima organizzazione. A 50m mi prende un crampo e rischio di cadere, saltello, ma vedo l’arrivo: non posso cedere adesso. E all’improvviso vedo mia figlia che attraversa la strada e mi viene incontro: le do la mano e facciamo gli ultimi 20 metri insieme: bellissimo!
Finita: 3:36:37. Non ci avrei mai creduto se me l’avessero detto. Il crampo mi azzanna la gamba e la stanchezza fa il resto, ma ormai è fatta, non ci vedo praticamente più, ma riconsegno il chip e mi metto in disparte a capire in che mondo sono. Arriva mia moglie a recuperare la bambina e mi dirigo verso il ristoro dove bevo una tanica di sali e una di acqua. Andando a ritirare lo zaino incrocio e saluto Michele Scaggiante, prendo lo zaino e decido che posso concedermi 10 minuti sdraiato sull’erba del Prato. Sono veramente contento di avercela fatta e il merito è anche degli Amatori, in primis dei consigli di Giovanni. Ora è tempo di recuperare, ma la felicità è veramente tanta.
Michele Nodari

lunedì 6 aprile 2015

Selvana(Tv) – 6 aprile 2015 – Corsa dei Vovi

Quando, a inizio anno, avevo pianificato le corse del semestre per oggi avevo segnato Galzignano ma, visto lo stop forzato dal ginocchio delle ultime settimane e le abbuffate degli ultimi giorni, ieri ho consultato IL CALENDARIO DEL PODISTA VENETO per cercar qualcosa di più abbordabile e la scelta è ricaduta su Treviso (Selvana) che offriva una 17km pianeggiate, tra l’altro con comoda partenza alle 9:20.
Stamattina quindi mi sveglio con calma (mia figlia mi ha lasciato dormire fino alle 6:40) e noto con piacere che il vento degli ultimi giorni è sparito, fa ancora fresco, ma il sole promette bene, quindi canotta sociale e pantaloncini corti e via verso Treviso. Arrivo con discreto anticipo e parcheggio in una stradina vicino alla partenza, dove trovo anche la mia amica Anna che si è appena iscritta.
Sul cartellone i 17km sono diventati 16, forse meglio così per il mio ginocchio, pago i 4 euro che daranno diritto ad un pacco gara di generi alimentari di tutto rispetto (sempre se non perdi il cartellino per strada… pazienza) e ci rechiamo all’affollatissimo bar di fronte per un caffè. Incrocio anche altri podisti e Amatori e nonostante la confusione (non si capisce bene da dove si parta e quali siano i percorsi) l’ora della partenza si avvicina, quindi decido di scaldarmi un po’: faccio veramente fatica, sono di legno e sono più concentrato a non farmi male che a correre, comunque Anna decide di portare in auto uno strato di vestiti e io mi porto alla partenza dove trovo Manuel Favaro che ha già messo in saccoccia un paio di km e va per i 12, decidiamo di fare la corsa assieme, dovremmo essere sullo stesso ritmo. Pronti via, all’inizio partiamo forte, ma l’adrenalina della competizione fa sempre questi scherzi, poi ci attestiamo su un ritmo un po’ altino per i  suoi programmi e le mie possibilità, ma ….. la giornata è veramente ideale, il percorso si snoda tra parchi e argini ed è suggestivo e piacevole, chiacchieriamo un po’ e saltiamo il primo ristoro.
Al km 7 ci troviamo davanti alla partenza e capiamo che il percorso lungo è costituito da 2 giri il che vuol dire che alla fine saranno 14: due in più per Manuel, e due in meno per me… un po’ interdetti iniziamo il secondo giro, il ginocchio comincia a protestare leggermente, ma è la condizione generale che mi preoccupa: essere finito a 9km non è una buona premessa per i Dogi, ma tant’è e continuiamo, questa volta ci concediamo un té al ristoro e con una lieve progressione finale arriviamo al traguardo, ci fanno entrare in un cancello, ma ci rimane il dubbio che si potesse fare un terzo giro, dubbio che rimarrà perché non sarei stato in grado di ultimarlo. Quindi ci dirigiamo al ristoro finale: té, un’arancia e un po’ di stretching mentre Manuel va a fare la spesa. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento a domenica prossima sotto l’arco dei Dogi per la foto sociale.
Alla fine il cronometro segna 12.7 km in a 4:40, mi dirigo alla macchina con la perplessità per le prossime settimane, ma intanto oggi è andata ed è stato piacevole, del doman non v’e’ certezza.
Michele Nodari