La sveglia suona alle 6:15, quando vado a lavoro mi alzo più tardi, ma ieri Mattia, un ex collega ritovato grazie al running, mi aveva invitato alla 4° Marcia dee Barchesse ad Arre, non lo vedevo da tempo e ho subito accettato, senza pensare che avevo appena fatto 30km e che Arre dista 2 anni luce da casa mia, rischiando di infrangere una delle mie regole: il tempo di corsa deve essere minore del tempo totale di trasferimento.. diciamo che per un paio minuti ci siamo ancora dentro…
Comunque esco come un ninja per non svegliare le donne, mi vesto: decido corto.. dopo tutto ieri c’era un bel sole e sono fiducioso, mi metto in macchina un pò dubbioso e infatti prima di arrivare a Monselice una fitta piogerellina tentava di scoraggiarmi, ma ormai ero in ballo.
Arrivo e realizzo che Arre è piccolissima, ma trovo un parcheggio in una viuzza, entro nella bella corte del Palazzo Papafava e mi iscrivo sotto la grande barchessa, è pieno di gazebo di prodotti locali, riconosco un po’ di facce, recupero un po’ di volantini, nel frattempo smette di piovigginare.
Arriva Mattia con la sua squadra di triathlon.. comincio a sentire un certo brivido, ma loro prospettano una corsa tranquilla e rilassata. Lo speaker annuncia la partenza e così sia. Non sono proprio i giochi della gioventù ma, nonostante il tempo, c’e’ una bella affluenza, si parte piano, l’obiettivo era fare km recuperando i 30 di ieri, procedo chiacchierando fino al primo ristoro, dove mi fermo, ma rimando intruppato perché, ovviamete, tutti i partecipanti ai tre i percorsi (le possibilità erano 6, 13 e 19) hanno avuto la mia stessa idea, gli amici di Mattia proseguono dritto e lui mi aspetta, lo invito a continuare, ma alla fine mi aspetta e ripartiamo, io con una discreta ustione sulla lingua.. 20 metri e mi dice “dai che li riprendiamo” e parte con uno scatto di 1 km che ci frutta i complimenti e i commenti di qualcuno “ma fate tutti i 18km così?“, “stai perdendo l’autobus“, ma che mi sega definitivamente le gambe, infatti un po’ alla volta perdo terreno fino a che gli faccio segno di andare avanti e lasciarmi lì.
Mi ritrovo così da solo, per la prima volta senza cuffiette e scopro che non è poi così male: suoni nuovi, da fuori e da dentro, ma anche sensazioni diverse dal solito, ed è piacevole, mi sento più “parte” della manifestazione. Ogni tanto mi vibra il polso per ricordarmi le statistiche, ma non lo guardo neanche, tanto ogni km era segnalato in modo molto preciso.
Il percorso si snoda quasi totalmente su strade secondarie tra la campagna padovana, non un macchina e i volontari, comunque presenti, sono stati necessari solo a un paio di attraversamenti di carreggiata, il poco sterrato era su erba, tutto sommato praticabile e privo di fango, nonostante il tempo e la stagione. I ristori, come di consueto ogni 5km, erano adeguati e ben forniti, anche se l’ultimo, che mi sarei aspettato al 15° era al 17° abbondante, tanto da farmi pensare che addirittura non ci fosse proprio, poi ho capito il motivo: i km erano 20 e non 19, poco male, ma avrei preferito saperlo prima. Anche perche al 18° sono cominciate le prime gocce di pioggia, che ci hanno accompagnato fino all’arrivo ma senza dare troppo fastidio. Ottimo il ristoro finale a base di polenta e funghi, oltre che alle consuete bevande, frutta e dolci natalizi.
Premiazioni ai primi e su estrazione, ritrovo i fuggitivi, saluto, mi cambio e parto.
Per il lungo viaggio di ritorno ripenso alle tante, piccole, piacevoli soprese che ho trovato in questa mattinata, tanto che mi ricordo di guardare il tempo solo dopo la doccia… per la cronaca: 20km a 4:49′.
Michele Nodari