lunedì 7 marzo 2016

06/03/2016 - Conegliano - Treviso Marathon


Stranissima questa domenica di corsa.
Mi ero iscritto a questa maratona a settembre dell'anno scorso, in piena febbre da Venice Marathon, ma poi sono successe moltissime cose, la delusione della Venice, la crisi e la rinascita della nostra società, la mia situazione personale... insomma di fatto non ho minimamente preparato questa corsa, al punto di trovarmi il giorno prima a guardare l'orario di partenza... Il lato positivo è che se l'aspettativa è bassa, è più difficile deluderla, gli inglesi dicono "the higher you are the harder you fall", e quindi l'obiettivo era volare basso e chiuderla. tutto quello che veniva sotto le 4 ore era in più.
Devo ringraziare Dario, che sta preparando la maratona di Milano, accompagnarlo nelle ultime settimane un pò mi è servito, e anche Mirco, che oltre ad avermi preso il pettorale al sabato, mi ha anche motivato a non farlo aspettare più di tanto (a proposito: 3:06:00, complimenti!).
Comunque la giornata inizia con un cielo nuvoloso ma asciutto. forse scampiano la pioggia, mi vesto e parto per andare a recuperare Mirco sotto al campanile della chiesa di Zerman, il cui orologio, per la cronaca, ha 24 ore e in formato americano: da vedere.
Arriva l'uomo e partiamo un pò assonnati ma fortunatamente il cicalino impazzito delle cinture della mia auto ci tiene svegli partendo improvvisamente nei momenti più casuali...
Arrivati a Conegliano parcheggiamo e troviamo Massimiliano, anche lui in maratona, e Maurizio e Walter che faranno la Mooh Run. Due chiacchiere e via verso il villaggio.
Logisticamente ineccepibile: parcheggio, partenza, arrivo, docce, spoglaitoi e ristori (già attivi alle 8:00) tutti in una manciata di metri, e vi assicuro che dopo 42km queste finezze contano... Beviamo un caffè e incontriamo Salvatore (che farà la mezza) e il trio medusa: Michele, Nicola e Fabio, impegnati nella staffetta 3x14. Il tempo di una foto (grazie come sempre Salvatore), depositiamo le sacche e ci dirigiamo all'arrivo dove ognuno va nella sua gabbia.
Tutto sommato sono tranquillo, partono le handbike, lo speaker inizia il countdown e allo sparo i 1500 partono. Mi accorgo di avere davanti i palloncini delle 3 ore e 45 ma dopo 2 km li ho già persi ma non importa, in effetti non mi importa di niente, non guardo neanche il Garmin e mi lascio sfilare senza problemi,
Mentre sono nel gruppo i primi chilometri passano via relativamente in fretta e nel tratto dall'ottavo al dodicesimo vediamo i primi tornare nell'altra direzione. Vedo e incito Mirco, Massimiliano e, perchè no, anche gli altri, sconosciuti ma partecipi della stessa impresa.
Arrivano i 16 km, sono stanchino ma sto tenendo un ritmo tranquillo e mentre tento di convincermi che vado troppo piano per essere stanco mi si affianca un signore,  staremo insieme per più di 10 chilometri, festeggiando il passaggio alla mezza e parlando di corsa, filosofia e vita. Solo ora mi rendo conto che non so neanche il suo nome.
Il percorso è un po monotono: strade e stradine tra campi e lontano da centri abitati (quindi pochi spettatori e di conseguenza pochi incitamenti che, pare di no, ma servono) e qualche sottopasso / cavalcavia di troppo per le mie gambe...
Si avvicinano i 30km e ora accuso veramente la mancanza di allenamento, ma ormai è praticamente finita (ahen) e ogni chilometro fatto è un chilometro in meno da fare (divento oltremodo perspicace dopo il 30° km, lo so).
Al ristoro dei 30 trovo Francesca Segatto che esordisce con "questa è follia", e facciamo qualche chilometro più o meno assieme, incitandoci a vicenda quando uno dei due era costretto a camminare. Poi anche lei e diventata un puntino giallo e la rivedrò all'arrivo, stanca ma felicissima.
Gli ultimi chilometri sono un alternarsi di corsa e camminata. A San Vendemiano Luciano e altri erano all'arco della Mooh run e il loro sostegno mi ha dato un po di forza e finalmente arrivo a Conegliano: salite e sanpietrini, ma manca un chilometro. comincia ad esserci gente ai lati, bambini che chiedono il cinque, riconosco la zona della partenza, una discesa e l'ultima curva: crampo.
Mi fermo un secondo ma qualche astante mi indica l'arco e mi dice di non fermarmi. e così faccio, stringo i denti, gli occhi e le chiappe e copro i 50 metri che mi separano dall'arrivo.
Finita. Sotto le quattro ore.
Mi mettono una medaglia al collo e una bottiglietta d'acqua in mano e, con molta calma, mi avvio a punto di ritrovo con Mirco, bevo ancora un po di the e mangio un biscotto (arrivo tardi per i panettoni che avevo visto tagliare al mattino, maledizione), e torniamo alla macchina a cambiarmi, la giornata è splendida e soleggiata e stare finalmente seduto è un gran conforto.
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Michele Nodari