venerdì 26 dicembre 2014

Casalserugo(Pd) – Marcia dea Brosema – 26 dicembre 2014

A spingermi stamattina a Casalserugo è stato più che altro il senso di colpa derivante dagli ultimi due giorni di abbuffate, e la frase che mi ha girato per la testa fin dalla sveglia alle 6:10 è stata: “ma chi me lo fa fare“, comunque mi vesto lungo e parto, la location mi era nota perche quest’estate ero venuto ad una tappa della Summer Run e arrivo presto, parcheggio comodo e vado ad iscrivermi, il temometro segna 0°C e sono in dubbio se cambiarmi e mettermi qualcosa di più pesante, ma decido di resistere… guardando le facce in giro vedo espressioni più o meno come la mia, ma noto una discreta partecipazione, tutti tentano di scaldarsi in qualche modo e molti partono anche prima dell’avvio ufficiale alle 8:00, io resisto ancora e fortunatamente lo speaker annuncia la partenza un attimo prima che mi cascassero le falangi. Ho fatto poco riscaldamento e zero stretching per cui parto pianino, provando a fatica a muovere le dita sperando di scaldarmi, qualcuno mi passa, saluto un paio di volontari e di signori alle finestre.. dopo 2km c’è subito un ristoro (probabilmente a beneficio di chi fa i 5km), ma decido di non fermarmi e procedo.
Un altro paio di km e capisco perché corro: la frase che mi ha macinato in testa fino a pochi minuti prima si trasforma in “meno male che sono venuto!“, mi sono un po’ scaldato, comincio a guardarmi intorno e provo una gioia ed una serenità che mi ripagano dei geloni e della levataccia.
Il percorso è praticamente tutto su stradine asfaltate, ma senza la minima traccia di traffico, ai lati della strada i fossi congelati e l’erba, coperta di “brosema” che il pallido sole fa brillare come tanti diamanti, a destra e a sinistra campi arati di fresco che emanano il classico odore di terra concimata da poco, il silenzio è rotto solo dai passi e dal chiacchiericcio dei podisti e in lontananza qualche cacciatore prova a portare a casa una preda. Riconosco i paesaggi tipici della mia infanzia e mi torna alla mente quando, durante le vacanze natalizie, da piccolo uscivo nei campi con enormi zolle indurite dal gelo a cercare nuove avventure e spesso tornavo a casa fradicio per l’errata valutazione dello spessore del ghiaccio di qualche fosso…
Perso tra i miei pensieri (ormai corro senza cuffiette da oltre un mese) arrivo ad un ristoro e approfitto per un bicchiere di te caldo  e per scambiare due chiacchiere con le gentili signore che me lo servono. Poco avanti un cartello mi informa che sono al 12°km dei 18 previsti (la terza opzione era 14 km) e onestamente sono un po’ provato, dal freddo, dai cenoni e dal fatto che sono fermo da una settimana, quindi comincio a fare un po’ di conti giusto per non pensarci quando mi capita di passare davanti ad una casa dove un vecchietto sta rastrellando le foglie nell’aia, ci guardiamo e ci rendiamo conto che probabilmente stiamo pensando la stessa cosa l’uno dell’altro: “ma questo, alle 8.30 del 26 dicembre, non ha altro da fare?” Sorridiamo, gli auguro buone feste e mi immetto in una carreggiata tra due campi: unico km sterrato del percorso, il rumore delle gocce di rugiada che cadono dai rami secchi sulle foglie del fosso mi accompagna fino all’asfalto e al cartello 15 decido di provare ad alzare un pochino il ritmo, inaspettatamente neanche 2 km dopo compare un cartello “ultimo KM“, mi sembra un po’ prematuro ed infatti, arrivato alla fine pare che manchino 20 0m all’appello, sento che parecchi commentano questo grave errore nella creazione del percorso.. la testa di qualche organizzatore cadrà, ma onestamente io sono molto contento delle sensazioni che questa corsa mi hanno fatto provare: ho chiuso in 1:23:43, ma mi importa poco, sono stato proprio bene.
Al ristoro finale panini con la salsiccia, dolci e frutta, annaffiati da the, vin brulè e acqua. Vedo parecchie ricche ceste di prodotti sul camion dello speaker, ma prendo il mio bicchiere di the bollente e vado verso la macchina a cambiarmi. Il caso vuole anche che incontri un mio ex compagno di liceo al quale faccio gli auguri prima di tornare verso casa nel veneziano. Con il cuore scaldato da questa bella una corsa nella campagna padovana.
Michele Nodari

domenica 21 dicembre 2014

NOALE(Ve) – Corsa dei Babbi Natale – 21 dicembre 2014

Vabbé, mi sa che l’anno prossimo vado a quella in Prato della Valle.
Ieri sera solita bisboccia, ma stamattina la sveglia era puntata relativamente tardi, Noale è vicino e avevo già fatto l’iscrizione in internet per cui, niente fretta. Mi vesto e appena arriva Antonio partiamo: corriamo in due (i 10km) mia moglie ci aspetterà all’arrivo con le bambine.
C’e’ una nebbia bella fitta e il termometro segna 2°C, tengo con piacere il vestito, il cappello e la barba.
Ritiriamo i pettorali, ci rifugiamo in un bar fino a poco prima della partenza fissata per le ore 10:00, poi usciamo per un po’ di stretching (addio pantaloni da babbo) e ci infiliamo nella bolgia festosa nonostante le condizioni atmosferiche. Ecco da qui cominciano i punti negativi, niente di drammatico, ma sono quei dettagli che ti fanno venire in mente la frase di apertura “Vabbé, mi sa che l’anno prossimo vado a quella in Prato della Valle”; questa è la “vera” corsa dei babbi? Ok! Ma che senso ha far pagare 12,00 € con chip di cronometraggio se il primo chilometro lo fai a passo di bambino perché 1000 persone devono passare sotto l’arco della Rocca? Vabbé. Bene o male siamo riusciti a superare un po’ di gente e usciamo dal centro, dopo 500 m si passa per un parchetto: stradina di cemento larga mezzo metro oltre la quale fango e foglie, ok facciamo la campestre, ma comunque tra alberi e panchine la cosa non è agevole per niente: vabbé. Torniamo sull’asfalto. La manifestazione è pubblicizzata da mesi, anzi dall’anno scorso, la strada è per le macchine, ok, ma fare 2km sul ciglio della strada con il fosso a 10 cm sulla destra e macchine forzatamente a passo d’uomo a 10cm sulla sinistra, che sgasano e imprecano apostrofandoci con “statevene a casa a dormire, maledetti” non fa molto Natale.
Per carità non è colpa degli organizzatori se la gente è maleducata, ma non si poteva deviare un po’ il traffico o trovare un percorso differente? vabbé.  Al sesto km c’è il ristoro, grazie, grazie davvero ai volontari e a tutti, ma il te in lattina, gelato a 2°C mi ha dato il colpo di grazia, ringrazio, saluto e riparto… vabbé.
Ultimo chilometro scarso all’interno del parco della rocca, i due percorsi si ricongiungono e comincia lo slalom tra quelli dei 5km, “scusate“, “permesso“, “grazie” fino all’arrivo, anzi a un paio di metri prima perche c’e’ un muro di gente davanti, nessuno che li faccia spostare? Vabbé.
Corsa finita, aspetto Antonio e intanto trovo le donne, ci dirigiamo al ristoro che è dalla parte opposta e troviamo una bella colonna visto che è tutto transennato e si è costretti a fare tutta la coda anche per un sorso di te (speriamo caldo, almeno qui),  ma desistiamo subito e ci dirigiamo direttamente alla macchina, tanto casa è vicina. Non mi capita spesso di tornare deluso da una corsa, anzi credo non mi sia mai capitato, ma oggi è andata così, pazienza. Ah alla fine il chip ha indicato 0:52:26 sui 10km. Vabbé.
Vabbé, mi sa che l’anno prossimo vado a quella in Prato della Valle.
Michele Nodari

domenica 14 dicembre 2014

Quarto d’Altino(Ve) – Santa Klause’s Green Road – 14/12/21014

Corro per rimanere il salute. La domenica. Il sabato invece, riesco ad inanellare filotti come un pranzo dai miei, un compleanno al pomeriggio e una serata “pizzalcolica” con gli ex compagni di facoltà… questi pensieri mi passavano per la testa sabato notte (anzi era già domenica mattina a dire la verità) mentre mettevo la sveglia, oltre al fatto che la pioggia non sembrava voler smettere….
6:50 e la sveglia fa il suo dovere, sgattaiolo giù e noto che ha smesso di piovere, mi vesto corto e infilo il costume da babbo natale, carico in macchina il cambio (dopo la corsa mi aspetta l’ennesimo pranzo da amici) e via, è nuvoloso, ma parto alla volta di Quarto d’Altino. Tappa in terraglio a recuperare Antonio, con Anna invece ci troviamo lì visto che ha optato per il percorso da 6 km mentre noi andiamo per i 16. In 10 minuti arriviamo e parcheggiamo in una vietta a 2 minuti dalla chiesa, iscrizione veloce, anche se i cartelli erano un po’ confusionari e aspettiamo la partenza chiacchierando. Fa fresco, ma esce anche il sole. Lo speaker annuncia 400 partecipanti e alle 9.05 partiamo. Come sempre mi prendo un minutino e lascio partire il fiume rosso; infilo il cappello e parto anch’io. Dopo un paio di km c’e’ subito la deviazione dei due percorsi e dopo un altro km si lascia la strada asfaltata per salire sull’alzaia.
Anche oggi sono senza cuffiette e mi godo la poesia del momento: una leggera foschia si alza dal Sile e il timido sole invernale tenta di spingere i suoi raggi tra i rami degli alberi spogli dell’alzaia, in lontananza il rombo di un aereo appena decollato da Tessera arriva ovattato, e non riesce a coprire lo starnazzare dei numerosi uccelli che non saprei identificare. A parte i primi (e gli ultimi) 3 km si costeggia il fiume da Quarto fino a Portegrandi, ritornando poi per la stessa strada. Mi fermo al ristoro dei 6 km per un bicchiere di te’ e riparto, ma dopo 2 km ce n’e’ subito un altro e la cosa mi lascia un po’ perplesso, non quanto il fatto di trovare il cartello dei 9km praticamente 300 mt da quello degli 8 km.. qui qualcuno deve aver fatto un altro po’ di confusione, speriamo solo che i 16 km alla fine tornino. Continuo godendomi il panorama e il silenzio, quasi surreale, rotto solo dal rumore dei nostri passi sui sassolini dell’alzaia e da quello della natura circostante. La strada è strettina, ma ci si supera abbastanza agevolmente, al 10km ripasso per il ristoro di prima e approfitto per un altro bicchiere, sempre con il dubbio dei cartelli. Al 13° km mi esplode una fitta al fianco, resisto un po’,  ma mi devo rassegnare a rallentare un pochino, stringo i denti e cerco il campanile, che mi sembra terribilmente distante. Ritorniamo sull’asfalto, ripercorrendo gli ultimi km fino all’arrivo che alla fine a tutti è risultato essere a 16,9km… ma va bene così, sono arrivato, in 1 ora e 19 minuti, è stato un bellissimo percorso, alla fine c’erano biscotti, té, vin brulè e panino con il pastin bellunese per tutti. Tra il ristoro ed i gazebo del mercatino di Natale si stava un po’ stretti,  ma tutto sommato niente di grave. Dopo una decina di minuti arriva anche Antonio, lo aspetto con un bicchiere di té caldo e anche lui opta per  saltare il panino così ci dirigiamo alla macchina impazienti di toglierci i costumi fumanti, mentre in sottofondo iniziavano le premiazioni per i primi arrivati.
Michele Nodari

lunedì 8 dicembre 2014

Marcia Santa Klaus – San Giorgio delle Pertiche – 8 dicembre 2014

Complice l’imminenza del Natale  ogni occasione è buona per ritrovarsi con chiunque, mettendo a dura prova i miei programmi podistici del week end: Sabato pranzo e cena con amici, domenica anche (tra l’altro a Pedavena, dove ho assistito da spettatore alla Corsa dei Babbi Natale), ma oggi sono riuscito ad infilare una 10km d’allenamento molto tranquilla che quest’anno è giunta alla sesta edizione, ed io corro per la seconda volta. E’ una delle tipiche marce “dei Babbi Natale”, non siamo ai livelli di Noale o di Padova, ma devo dire che l’organizzazione è stata buona: parcheggi presidiati e tutto sommato disponibili, l’ottimo Dario di Marciapadova come speaker, riscaldamento a tempo di musica e un occhio di riguardo per i più piccoli: slitta e trono su cui farsi fotografare con Babbo Natale, una cassettona delle lettere di Poste Italiane dove poter imbucare le letterine e addirittura la banda ad aprire la marcia.
Quest’anno si ripropone l’inconsueto orario delle 14:30 e il tempo ci concede un bel pomeriggio di sole, io vado per i 10km e mia figlia per i 2km, accompagnata da mia moglie.
La partenza questa volta è stata spostata nel parcheggio delle poste poiché davanti alla chiesa è stato allestito un mini mercatino natalizio. Dopo il saluto del sindaco la banda inizia a suonare e apre il corteo di un paio di centinaia di persone, per lo più in passeggiata sui 2 o 5 km.
Io ripenso al pranzo da mia mamma di un’ora prima e aspetto che il fiume rosso prenda un po’ di distanza, un paio di minuti e parto.
Inevitabilmente i primi metri sono di slalom, ma poco dopo raggiungo e saluto le mie donne e comincio a prendere un ritmo decente, il percorso è totalmente su strada, ottimamente segnalato dai sempre gentili volontari, e si snoda nella campagna padovana tra i comuni di San Giorgio delle Pertiche e Arsego: zone della mia infanzia che rivedendoli  dopo tanti anni con una prospettiva diversa. Il percorso è tranquillo, passo dritto all’unico ristoro a circa metà gara e saluto e scherzo con i numerosi bambini aggrappati ai cancelli o affacciati sull’uscio delle case, il costume è leggermente ingombrate e per nulla traspirante, ma non è certo il giorno in cui cercare la prestazione, l’arrivo prevede il passaggio su un piccolo ponticello dopo una stradina stretta dove inevitabilmente si forma un po’ di traffico. Alla fine chiudo in 46 minuti, va beh.
Dario sta ancora intrattenendo la folla, tra l’ampia scelta di bevande: cioccolata, vin brulé, bibite opto per un classico té caldo, recupero la famiglia, e verifico inutilmente il cartellone dei premi estratti a sorte tra i cartellini, la manifestazione non prevede premiazioni  e continuerà con giochi e musica, ma senza di noi;  prendiamo la via della macchina, cambio veloce e poi verso casa.
Una corsa onesta: che mantiene la promessa di un bel giretto tra le mie terre di gioventù, in un’atmosfera di festa natalizia, e che apre il mese delle corse in rosso, tra una cena e l’altra…
Michele Nodari

domenica 30 novembre 2014

Arre(Pd) – Marcia dee Barchesse – 30/11/2014

La sveglia suona alle 6:15, quando vado a lavoro mi alzo più tardi, ma ieri Mattia, un ex collega ritovato grazie al running, mi aveva invitato alla 4° Marcia dee Barchesse ad Arre, non lo vedevo da tempo e ho subito accettato, senza pensare che avevo appena fatto 30km e che Arre dista 2 anni luce da casa mia, rischiando di infrangere una delle mie regole: il tempo di corsa deve essere minore del tempo totale di trasferimento.. diciamo che per un paio minuti ci siamo ancora dentro…
Comunque esco come un ninja per non svegliare le donne, mi vesto: decido corto.. dopo tutto ieri c’era un bel sole e sono fiducioso, mi metto in macchina un pò dubbioso e infatti prima di arrivare a Monselice una fitta piogerellina tentava di scoraggiarmi, ma ormai ero in ballo.
Arrivo e realizzo che Arre è piccolissima, ma trovo un parcheggio in una viuzza, entro nella bella corte del Palazzo Papafava e mi iscrivo sotto la grande barchessa, è pieno di gazebo di prodotti locali, riconosco un po’ di facce, recupero un po’ di volantini, nel frattempo smette di piovigginare.
Arriva Mattia con la sua squadra di triathlon.. comincio a sentire un certo brivido, ma loro prospettano una corsa tranquilla e rilassata. Lo speaker annuncia la partenza e così sia. Non sono proprio i giochi della gioventù ma, nonostante il tempo, c’e’ una bella affluenza, si parte piano, l’obiettivo era fare km recuperando i 30 di ieri, procedo chiacchierando fino al primo ristoro, dove mi fermo, ma rimando intruppato perché, ovviamete, tutti i partecipanti ai tre i percorsi (le possibilità erano 6, 13 e 19) hanno avuto la mia stessa idea, gli amici di Mattia proseguono dritto e lui mi aspetta, lo invito a continuare, ma alla fine mi aspetta e ripartiamo, io con una discreta ustione sulla lingua.. 20 metri e mi dice “dai che li riprendiamo” e parte con uno scatto di 1 km che ci frutta i complimenti e i commenti di qualcuno “ma fate tutti i 18km così?“, “stai perdendo l’autobus“, ma che mi sega definitivamente le gambe, infatti un po’ alla volta perdo terreno fino a che gli faccio segno di andare avanti e lasciarmi lì.
Mi ritrovo così da solo, per la prima volta senza cuffiette e scopro che non è poi così male: suoni nuovi, da fuori e da dentro, ma anche sensazioni diverse dal solito, ed è piacevole, mi sento più “parte” della manifestazione. Ogni tanto mi vibra il polso per ricordarmi le statistiche, ma non lo guardo neanche, tanto ogni km era segnalato in modo molto preciso.
Il percorso si snoda quasi totalmente su strade secondarie tra la campagna padovana, non un macchina e i volontari, comunque presenti, sono stati necessari solo a un paio di attraversamenti di carreggiata, il poco sterrato era su erba, tutto sommato praticabile e privo di fango, nonostante il tempo e la stagione. I ristori, come di consueto ogni 5km, erano adeguati e ben forniti, anche se l’ultimo, che mi sarei aspettato al 15° era al 17° abbondante, tanto da farmi pensare che addirittura non ci fosse proprio, poi ho capito il motivo: i km erano 20 e non 19, poco male, ma avrei preferito saperlo prima. Anche perche al 18° sono cominciate le prime gocce di pioggia, che ci hanno accompagnato fino all’arrivo ma senza dare troppo fastidio. Ottimo il ristoro finale a base di polenta e funghi, oltre che alle consuete bevande, frutta e dolci natalizi.
Premiazioni ai primi e su estrazione, ritrovo i fuggitivi, saluto, mi cambio e parto.
Per il lungo viaggio di ritorno ripenso alle tante, piccole, piacevoli soprese che ho trovato in questa mattinata, tanto che mi ricordo di guardare il tempo solo dopo la doccia… per la cronaca: 20km a 4:49′.
Michele Nodari