L’idea era quella di farsi un weekend al mare con le famiglie e, io ed Elisabetta, farci la Moonlight con i bambini che ci aspettavano all’arrivo. Ma si sa: in teoria la pratica è come la teoria, ma in pratica no.
La settimana di pioggia infatti ha fatto saltare tutti i programmi e siamo passati al piano B.
Sabato alle 12:30 parto da casa sotto un bell’acquazzone e passo a prendere Elisabetta, Anna e Antonio (futuro Amatore… l’ha promesso)per poi dirigerci alla volta di Jesolo…. almeno non abbiamo trovato traffico sulla Jesolana.
Arriviamo verso le 14:00 al villaggio e mollata la macchina lì vicino recuperiamo pettorali e pacchi gara, tutto molto efficiente (a me non erano arrivate mail di conferma, ma il documento d’identità è stato sufficiente), peccato per la pioggia che infastidiva un po’ tutti.
Sbrigate le pratiche andiamo a mangiarci un panino ‘onto’, giusto per preparaci alla fatica, quindi facciamo tappa a casa di Anna per cambiarci e preparare le sacche.. tra dolori al ginocchio, al piede, all’anca e al collo sembrava un lazzaretto: chi si spalma la crema, chi prende un Oki, chi un Efferalgan.. eravamo proprio pronti, ma ci siamo molto divertiti…
Io ero molto indeciso sull’abbigliamento dato che sembrava dover smettere di piovere a momenti, ma l’aria e il freddo rimanevano.. alla fine opto per la sola canotta, furbo come un cervo…
Alle 16 partiamo verso Piazza Mazzini , parcheggio convenzionato, e bene o male troviamo posto, quindi ci spostiamo alle navette.. qui c’è la calca e l’educazione, tipica italiana con la gente che invade la strada, spintona e sgomita per entrare negli autobus (riservati e scaglionati ottimamente dall’organizzazione), dispiace un po’, perché rovina sicuramente l’atmosfera di festa, ma almeno in mezzo alla folla c’è un po’ più caldino…
Arriva il nostro autobus e salutiamo Anna (che farà i 10km per cui prenderà la navetta dopo) e partiamo, siamo stipati come sardine e dopo un tempo interminabile arriviamo a punta Sabbioni sferzata da un vento polare, ma fortunatamente senza pioggia.
Tappa ai bagni, mangiamo qualcosina e depositiamo le sacche nei camion, io comincio ad accusare i primi segni di ipotermia quando mi accorgo che gli organizzatori stanno distribuendo sacchi della spazzatura da infilarsi per proteggersi da vento e freddo.. ne prendiamo 3 e passiamo la mezz’ora successiva come tre sacchi dell’umido in attesa del camion della Vesta. Finalmente arriva l’ora di partire: tutti nelle gabbie, una corsetta di riscaldamento e un po’ di stretching. Dopo un doveroso minuto di silenzio per Annarita Sidoti e l’inno di Mameli si parte.
Le prime centinaia di metri sono affollatissime e praticamente si cammina, Elisabetta l’ho persa prima ancora di entrare e cerco di tirarmi dietro Antonio nel dribbling dei primi minuti, ma ci perdiamo di vista quasi subito. E’ la prima mezza che faccio dopo la Maratona del Santo e non so come andrà quindi partire “forzatamente” piano tutto sommato non mi dispiace. Dopo il primo Km il gruppo si sgrana e provo a trovare il mio ritmo, non piove e mi sono un po’ scaldato, e a sensazione non mi trovo male, comincio a superare qualche gruppetto e comincio anche a godermi il percorso e il panorama. Effettivamente è proprio un bel giro, il silenzio rotto solo dai gabbiano e dai nostri piedi sull’asfalto. Vedo in lontananza una sagoma familiare ed accelero per salutare la mia amica Cristina che mi comunica che suo marito è “poco” più avanti. Provo ad aumentare, ma dopo 2 km ancora non lo vedo e desisto, la strada è ancora lunga. Lungo il percorso incontro qualche Amatore che non conosco di persona, ma saluto, magari ci conosceremo meglio quando avremo un po’ più di aria nei polmoni. Purtroppo i ristori erano poco segnalati anche se i volontari presenti erano molti, ma fortunatamente, data la temperatura, non è stato necessario idratarsi più di tanto. Lungo il percorso alcuni gruppi suonavano musica dal vivo dandoci una carica non trascurabile, inoltre stranamente i cartelli dei km passano via veloci e senza accorgermene mi ritrovo al 15°, ma evidentemente il mio ginocchio ha tenuto il conto meglio di me e mi invia un paio di fitte che mi costringono a rallentare. Ormai si vede il grattacielo di piazza Mazzini, mancano solo 5km e un CAVALCAVIA che mi ha fatto soffrire non poco, fortunatamente sotto ho incontrato la Lucia e i volontari della protezione civile, che doverosamente saluto e ringrazio: un bel respiro, su, giù ed entriamo in centro, in via Bafile, per il rettilineo finale, quegli ultimi 3km mi sono sembrati un eternità: le transenne con gli sponsor, le luci e la gente ad incitare con i bambini a mani tese per i cinque sembravano dirmi che il traguardo era a pochi metri, ma in effetti mancavano ancora un paio di km. Adocchio i pacer dell’ora e 40 e provo a raggiungerli, ma sono un po’ a secco, decido che è meglio arrivare vivo. Finalmente vedo l’arco e vedo il cronometro che segna 1:39:51.. mancano pochi metri e do tutto per arrivare sotto i 40… alla fine il sito ufficiale mi dirà 1:40:00 esatti, ma il real time è 1:36:47, gradita sorpresa, ma onestamente sono più contento delle sensazioni durante la gara che del cronometro. Sono effettivamente provato, recupero la medaglia e aspetto per vedere se arrivano i miei amici . Nel frattempo sopraggiungono atleti della nostra società che saluto e a cui do il cinque.
Mi sto raffreddando troppo e c’è aria, vado a recuperare la sacca e mi cambio, con gli altri ci troveremo al ristoro (al di la del bancone trovo Umberto che saluto volentieri, grazie ancora). Dopo esserci rifocillati ci dirigiamo tutti zoppicando, ma ridendo al parcheggio, incontriamo Cristina e suo marito Marco, Elisa e altri amici e finalmente ci sediamo in macchina, dove rimarremo un bel po’ visto il traffico.. ma a dispetto del meteo è stata una giornata molto bella, ci siamo divertiti e abbiamo riso tantissimo.
La corsa meritava: bel percorso, bella organizzazione, bella compagnia e belle sensazioni.
Michele Nodari