sabato 8 aprile 2017

Corsa e anemia: cosa devo sapere?


Difficoltà di rendimento e recupero più lento sono solo due delle conseguenze dell'anemia, che non è, come spesso si crede, un "problema" esclusivamente femminile

L’anemia è una condizione determinata da una ridotta presenza di globuli rossi nel sangue circolante. Questi vengono prodotti dal nostro organismo con una certa regolarità e dopo una vita media di 35-45 giorni vengono distrutti; il loro numero (qualche milione) si mantiene stabile per via di una condizione di equilibrio tra produzione ed eliminazione grazie a complessi meccanismi deputati nel corpo umano a regolare e mantenere questo equilibrio.

I globuli rossi, definiti anche eritrociti, hanno il compito di trasportare l’ossigeno nei vari distretti, compresi i muscoli. Quando c’è una loro carenza (l’anemia appunto), la conseguenza inevitabile è che c’è meno ossigeno da utilizzare nei vari distretti del corpo; per chi corre, soprattutto nel fondo, l’ossigeno è un elemento essenziale nei meccanismi deputati alla contrazione delle fibre muscolari.

Come me ne accorgo
I sintomi più frequenti in presenza di una anemia sono la facile affaticabilità, la svogliatezza, la stanchezza, la tendenza ad avere una frequenza cardiaca più alta del normale, una mancanza di “sprint”. Per il runner il tutto si può tradurre in una difficoltà di rendimento, malgrado allenamenti regolari, e una maggiore lentezza nel recupero dagli sforzi più impegnativi.

NON DIMENTICHIAMO DI…
Effettuiamo almeno due–tre volte all’anno in modo routinario esami del sangue che prevedano, oltre all’emocromo completo, il dosaggio della sideremia, della ferritina e dei reticolociti: in tal modo si ha un quadro completo periodicamente della situazione ematica, delle scorte e dei livelli circolanti di ferro, e del livello di attività di produzione di nuovi globuli rossi.


Da cosa dipende
Lo stato di anemia può dipendere da uno o più dei seguenti fattori:

  1. scarsa produzione di eritrociti
  2. distruzione anomala
  3. emorragia.
I due più frequenti sono distruzione anomala ed emorragia. Tralasciando le condizioni patologiche, la distruzione di globuli nella corsa è un fatto noto, già da tempo documentato; si deve questa condizione a un ripetuto microtraumatismo a livello del torrente microcircolatorio dei piedi in fase di appoggio a ogni passo di corsa: in chi corre quasi tutti i giorni e su lunghe distanze il fenomeno può incidere favorendo una condiziona di anemia, in genere di grado modesto, per distruzione di un certo numero di globuli. L’emorragia, sempre tralasciando le situazioni patologiche, è una problematica solo femminile, riguarda milioni di donne in età fertile e dipende dal ciclo mestruale. Le anemie lievi, in forma cronica, si riscontrano principalmente nella donna e la causa è la presenza di un ciclo copioso e la conseguente tendenza progressiva alla anemizzazione.


Pertanto se l’uomo runner può soffrire talvolta di lieve anemia, a maggior ragione la donna runner, in cui si possono sommare due elementi di deficit di globuli rossi.

Cosa deve fare il runner in caso di anemia


  1. Valutarne col proprio medico curante/di fiducia la gravità
  2. Nelle forme lievi può essere sufficiente una alimentazione corretta e un periodico supplemento di ferro e vitamine, componenti essenziali nella “fabbricazione” del globulo rosso
  3. Nelle forme di medio grado oltre al punto due, bisogna riconsiderare la programmazione degli allenamenti e allungare i tempi di recupero in attesa di una regressione completa o almeno parziale della anemia
  4. Nelle forme gravi è necessario procedere ad accertare in modo scrupoloso la causa e nel frattempo è consigliabile sospendere la attività fisica di alto impegno metabolico.

Fonte: allrunning.it