venerdì 24 marzo 2017

Correre è inutile


“Ma dai, anche tu corri? E hai mai fatto la maratona di New York?”

Da quando corro questa domanda me l’hanno rivolta decine di volte e il motivo per cui me la fanno è molto semplice: quella di New York è la più famosa al mondo e chiunque di noi si trovi a parlare di un argomento che ignora si aggrappa al primo appiglio per non fare la figura della statua di sale. E nel pensiero comune “maratona” equivale a “New York”, tanto che per molti è inconcepibile che tu non l’abbia mai corsa.
No, non l’ho mai corsa e la maggior parte di quelli che corrono non l’hanno mai corsa e mai la correranno per svariati motivi: non è dietro l’angolo, è a numero chiuso e, fortunatamente, siamo in milioni a correre in Italia e in decine di milioni nel mondo e sarebbe tecnicamente impossibile che tutti corressimo a New York.

C’è dell’altro
Ma ho il sospetto che ci sia un motivo più profondo nell’ingenuità di una domanda del genere: quello che ti stanno chiedendo in realtà è altro ed è più precisamente “Perché fai una cosa che non ha uno scopo?”.

Di scopi la corsa ne ha molti, d’accordo: stare in forma, rilassarsi, meditare, competere. Tutto vero, ma se ci pensi bene pochi sport come la corsa – forse nessuno – hanno una componente di competizione così improbabile. Mi spiego meglio: quali altri sport ti permettono *con meno probabilità* di vincere qualcosa?
Cosa motiva infatti l’essere umano? Il denaro, la soddisfazione personale, l’altruismo. Fai qualcosa perché ti pagano per farla, o perché hai una ricompensa simbolica (un premio), o per fare del bene agli altri. Alla corsa non si applica nessuno di questi casi.

1. Non ti pagano per farlo
A meno che tu non corra su un tapis roulant collegato a una dinamo che sviluppa energia elettrica che puoi poi rivendere (e ammesso quindi che tu ne produca più di quanta ne consumi il tapis roulant stesso), nessuno ti paga per farlo.

2. Non vinci niente
Vuoi vincere qualcosa? Vai a giocare a tennis con il tuo amico Paolo o con Elisa: magari vinci. Oppure vai al calcetto del giovedì, magari questa è la volta buona che tu e i tuoi amici vincete. Ma correndo cosa speri di vincere? Seriamente: le tue probabilità di vittoria sono le più basse che in qualsiasi altro sport. Ne hai di più di fare goal a Buffon mentre passi per sbaglio sul campo di una finale di Champions League (impossibile no? Ecco: è statisticamente più probabile, fai conto).

3. Non fai del bene a nessuno
A meno che tu non corra per raccogliere soldi per un’associazione impegnata nel sociale, correre non farà stare meglio nessuno, anzi: causerà forse incomprensioni in famiglia perché nessuno accetta che tu ogni tanto te ne vada fuori per qualche ora invece di riordinare il garage o di dipingere la staccionata. Almeno avessi un’amante! Macché, vai fuori a correre!

Quindi, riassumendo: non corri per soldi, né per vincere e nemmeno per far del bene. Ma allora chi te lo fa fare?
Credo che la risposta a questa domanda sia quello che manda in tilt chi te la pone: correndo non fai niente di produttivo, che di per sé almeno giustificherebbe lo sforzo. Siamo talmente abituati a fare qualcosa con uno scopo (economico o personale) che l’idea di non farlo per un motivo ben preciso risulta incomprensibile.

Ecco quindi che la maratona di New York ha un senso per chi non corre: se corre – si dicono questi – lo fa per andare a correrla almeno. O per fare una maratona, prima o poi.

Ormai ho imparato come rispondere a chi me la fa e adoro scandalizzarli: “No, non l’ho mai corsa e se te la devo dire tutta non ho mai corso nemmeno una maratona”. Dopo questo non sanno più che cosa dirti perché per loro sei un punto di domanda con le scarpe: cioè, non hai mai corso la maratona di New York e anzi non ne hai mai corso una?
No, mai corsa. E non corro nemmeno per soldi o per vincere. Corro perché mi piace farlo. Perché per il resto della mia vita faccio cose per cui sono retribuito o cose che sono costretto a fare o cose che fanno star bene altri e quindi anche me.
Ma correre no: correre fa bene solo a me, è da egoisti, è inutile ma è il mio spazio, è il mio tempo. Non produce niente, non ha un motivo, è inutile. Ma mi ha sempre restituito molto di più di quanto gli abbia dato. Per questo, se non ti dispiace, continuo a correre.


Fonte: www.runlovers.it