lunedì 1 gennaio 2018

Matteo Besazza


Sono Matteo Besazza, anche se gli amici mi chiamano Besazza Matteo.. anch’io come molti sono scivolato nel turbine della corsa per “dignitosità fisica”: quando la bilancia segnava 98Kg, sentivo già il coro di Okay il prezzo è giusto gridare: “100, 100,100”. Dovevo fare qualcosa. Così 3 anni fa cominciai a correre. A dire il vero, a farmi correre, non è stato solo lo specchio (che tra l’altro, bastava cambiarlo con stupefacente risparmio economico/energetico). Diventato padre a 38 anni ed allergico alla tecnologia futile da sempre, ho scommesso sullo sport per fare breccia sulla mia futura classe dirigente. Il tempo dirà se sono speranze vane oppure.. Il mio percorso “sportivo” è quello classico: panza, dimagrire, che fatica correre, che bello correre, non posso stare senza correre. Naturalmente ho fatto tutte le tappe: dapprima camminata alternata alla corsa, poi corsa alternata alla camminata, Corsa senza camminata, garette, tabelle fai da te che tanto non sono un professionista, STOP. Carichi sbagliati (riposo? cos’è?) e mi sono infortunato. Il ché è stata una manna: a mie spese ho capito che la giocosità della corsa ludico motoria anch’essa merita rispetto e correre non è semplicemente buttare una gamba avanti all’altra. Così ho cercato aiuto (perché farsi aiutare non è da pippe) ed anche grazie agli amatori Chirignago sono uscito dal tunnel degli infortuni. Adesso posso dire di godere appieno dei benefici della corsa che, come spesso accade, superano il confine del corpo, spingendosi nel metafisico. Probabilmente adesso penserai: another burnerd brain, ma il bello della maturità è che c’è un tempo per sgasare ai semafori e c’è un tempo dove conta non solo la meta, ma anche e soprattutto il viaggio. Ed il mio è appena cominciato (ride, ndr).