Complice l’assenza di mia moglie per il week end decido di accontentare la richiesta di mia figlia di stare due giorni in campagna dai miei e di dormire lì. Butto un occhio a Il Calendario del Podista Veneto e vedo che a Cassola, a 15 min da casa dei miei, c’e’ una corsa, e nel dubbio butto in macchina scarpe, pantaloncini e canotta sociale ancora umida dalla corsa di venerdì a Zero Branco.. non si sa mai. Infatti dopo un pranzo e una cena dai “nonni”, e una notte a litigare con una specie di giaciglio che neanche al militare (mia figlia, furba, si è presa il mio ex-letto) decido che alle 5:15 può bastare e scendo. Muovermi al buio nella mia vecchia casa mi fa un certo effetto e anche il pensiero di fare una corsa in un luogo (e una provincia) totalmente sconosciuto, dove difficilmente troverò Amatori o i “soliti noti”, mi fa un po’ strano.
Fortunatamente vengo riportato alla normalità dallo zampettare di mia figlia che si lancia sul lettone dei nonni alle 5:33. Alle 6 siamo già tutti in cucina a giocare al Gioco dell’oca, ma dopo un po’ saluto, mi infilo le scarpe e parto alla volta di San Zeno.
Il vetro della macchina è punteggiato di goccioline, ma non fa freddo, speriamo tenga. Trovo il posto, parcheggio facile e mi guardo attorno: la locandina dice: percorsi da 6, 10 e 20km, ripetibili; partenza ore 8, anticipabile, a questo punto mi chiedo se posso anche contrattare sui 2€ dell’iscrizione, ma a quanto pare quel punto non è in discussione.
Prendo il cartellino e vedo un foglio A4 con la scritta “Partenza” a mano, non ci saranno più di un centinaio persone e superano quasi tutti la sessantina, magari “rischio” di arrivare primo.
Ma non sono previsti premi di sorta. Torno in macchina a spogliarmi e visto che sono le 7:50 decido di partire. Il percorso è segnalato molto bene e i pochi volontari fanno il loro dovere, senza molta fatica, visto che sono praticamente tutte stradine asfaltate, ma prive di traffico.
Molti camminano, e probabilmente sono partiti prestissimo, io vado per i 10km e tutto sommato in questa mattina uggiosa non mi sento male, ad un certo punto si passa in un piccolo parco di una villa, tutto immerso nel verde con statue, voliere, piante e laghetti: veramente suggestivo, peccato per il fondo costituito da assicelle di legno umido, sulle quali rischio un paio di voli, per il resto il percorso si snoda nelle strade di una frazione della campagna vicentina, tranne l’ottavo km, nel quale attraversiamo i campi di un’azienda agricola che la pioggia dei giorni scorsi ha reso fangosi e pesanti, ma ormai sono alla fine e vedo il campanile della chiesa, arrivo all’arco a 10.5km e il ginocchio non mi disturba quindi allungo un po’ almeno per fare il conto tondo.
Il ristoro è deserto, non so se ho fatto presto io o c’e’ davvero così poca affluenza; comunque bevo un bicchiere di tè e faccio due chiacchiere con i volontari. Saluto, ringrazio e torno alla macchina mentre i podisti continuano ad arrivare.
Una corsa onesta, ottima per il mio recupero e con alcuni spunti che mi hanno piacevolmente colpito, inoltre ho aggiunto un’altra provincia alla mia “mappa delle corse”.
Una corsa onesta, ottima per il mio recupero e con alcuni spunti che mi hanno piacevolmente colpito, inoltre ho aggiunto un’altra provincia alla mia “mappa delle corse”.
Michele Nodari