domenica 15 febbraio 2015

Trivignano(Ve) – 15/02/2015 – Marcia dell’Arcobaleno

Questa settimana, tra le tante proposte de Il Calendario del podista veneto ho optato per Trivignago sia perchè sono 30km, e voglio allungare, che perche è vicino a casa e non ho molto tempo.

Avevo poche aspettative da questa corsa: una settimana di scarso allenamento, un San Valentino iniziato con un pacco di biscotti e finito a cioccolata spalmabile e crostini, ché se non si è innamorati in due è un po’ triste, una notte passata metà a leggere e metà sul water e le previsioni per oggi di pioggia battente.

Ma tutto sommato mia figlia mi ha lasciato dormire almeno fino a dopo il sorgere del sole, e aprendo la persiana vedo che non piove, anzi sembra essere una bella giornata, questo già mi ha cambiato un po’ la prospettiva, faccio l’ennesima tappa in bagno e mi vesto.. con il senno di poi eccessivamente, pazienza. Monto in macchina e in 10 minuti sono a Trivignano, parcheggio lontano perché so che dovrò scappare via a fine corsa e non voglio rimanere bloccato. Appena scendo dall’auto il cellulare mi cade fa un volo di 5 metri sull’asfalto, pazienza. Mi ero pre-iscritto dal sito e al gazebo mi danno subito il cartellino, del resto sono le 7:40 e non c’e’ praticamente nessuno, il premio me lo daranno dopo, pazienza. A poco a poco si popola la partenza, saluto Manuel, Giovanni e altri amatori che purtroppo ancora non conosco e arriva il mio amico Antonio, due chiacchiere e facciamo un paio di km di riscaldamento, torniamo sotto l’arco alle 8.20 e mentre siamo ancora in ciacole lo speaker dà il via: tutti sono colti di sorpresa e si affrettano ad sistemare gli smartphones, ad avviare le app e i gps, a cercare satelliti.. noi compresi (mi chiedo cosa ha pensato Giovanni vedendo quella scena)….comunque pronti via e si parte, mollo quasi subito Antonio che va per i 21 e provo ad impostare un ritmo, ma non sto benissimo, di gambe e di pancia. Ormai sono ufficialmente disintossicato dalle cuffiette e mi godo i suoni della domenica mattina, il tracciato è bello, non ho mai corso in queste zone e ho attraversato paesini che avevo solo sentito nominare e che forse non vedrò più, il percorso è quasi completamente asfaltato tranne un paio di km tra campi e argini: terreno più pesante, ma panorama più suggestivo.

Mi rendo conto che non farò nè il tempo, ne la distanza che mi ero prefissato (volevo superare i 33km di Cessalto.. pazienza) e vista la non eccessiva partecipazione all’evento faccio gran parte della corsa da solo, mi fermo al ristoro dei 12km, prendo te e banana e cammino un po’ in senso inverso per poter poi ripartire e “guadagnare” qualche metro, ma mi trovo a dover prestare soccorso ad un podista che praticamente davanti a me mette male il piede sul ciglio rovinato e cade, niente di grave, lo accompagno al ristoro e riparto. a metà gara c’e’ una piccola parentesi di orienteering, passiamo per un quartiere di Martellago, ma non ci sono frecce o volontari (solerti e gentili come sempre per tutto il percorso) e districarsi per le stradine solo con le strisce biancorosse attaccate agli alberi mi ha creato un po’ di difficoltà, ma trovo la via e continuo.. al ristoro dei 20 i percorsi si ricongiungono e fatalità incrocio Antonio sofferente all’anca, gli dico di tenere botta, a lui mancano 4km, io procedo e riconosco lo stesso percorso fatto alla corsa della Befana, quindi siamo a Salzano, i km diventano 25, poi 26 (sempre +2) e sono allo stremo, ma mi impongo di non camminare, stringo i denti e le chiappe e punto al campanile in lontananza, in qualche modo passano anche gli ultimi e riesco anche a fare una minima progressione nelle ultime centinaia di metri. Arrivo sotto l’arco praticamente sui gomiti, ho caldissimo e ho male ovunque. Purtroppo mi aspettano per pranzo e non ho tempo quindi guardandomi in giro per salutare qualcuno che conosco (invano) recupero al volo il salame in premio e un bicchiere di te che bevo tornando alla macchina, tragitto che mi ha richiesto non poca fatica: è evidente che devo allenarmi ancora un bel pò sui lunghi, pazienza.

Le premesse non erano delle migliori, ma sono contento (e stupito) dell’atteggiamento “positivo” che ho adottato. Rimandiamo alla settimana prossima i personali e godiamoci questa bella giornata di corsa e di sole.

Michele Nodari