lunedì 22 luglio 2019

Transcivetta, 21 Luglio 2019 - Anna Vicentini


Recensione ad uso e consumo dei tapascioni, si astengano dalla lettura tutti i “forti”, “bravi” ed “esperti”. 
Sono sempre brava ad iscrivermi a corse fuori dalla mia portata e per le quali non ho la giusta preparazione, ma questa volta ho superato me stessa riuscendo a convincere Tiziana a partecipare in coppia con me al Transcivetta, 23,5km con 2000m di dislivello (e qui già si capisce che tradurre le altimetrie in fatica non è il mio forte). 
Quindi dopo una notte insonne (per entrambe) a pensare ai cancelli orari, al fatto che sarò una palla al piede e al temporale che sento fuori dalla finestra, ci alziamo e prepariamo alla partenza. 
Il cielo è coperto e non ci dispiace perché è fresco e si sta bene. 
Alla partenza incontriamo Marco ed Erika che ci spiegano il percorso, le parti difficili e i punti in cui si può correre (in cui loro possono correre noi non lo faremo mai tranne gli ultimi due km..) 
3,2,1:via! 
Camminiamo da subito perché correre sarebbe impossibile ma spedite perché il primo cancello orario ci preoccupa un po’. Passiamo capanna Trieste, il cielo si apre e arriva il sole ad illuminare noi e il paesaggio meraviglioso che iniziamo a vedere. La salita aumenta un po’ ma scopriamo felicemente d’essere arrivate al rifugio Vazzoler (primo cancello) con più di un’ora d’anticipo!! 
Euforiche ripartiamo subito per la successiva salita che porta al Tissi, che è più lunga e dura ma il morale è ancora alto e il paesaggio così bello che facciamo foto ovunque. L’arrivo al rifugio è una gioia (anche ora siamo ampiamente dentro i tempi) che festeggiamo con il miglior panino al formaggio della nostra vita (o almeno a noi è sembrato così). 
Inizia la discesa e quindi il momento che temo di più... vado piano pianissimo e la pioggerellina che scende rinfresca ma un po’ ci preoccupa... in qualche modo scendiamo e poi la salita verso il Coldai ricomincia (ma non erano finite??!!), e ci sembra eterna.. anzi lo è, perché ci mettiamo così tanto che all’arrivo al laghetto del Coldai è cambiata la stagione, c’è il temporale e fa veramente freddo. Fradicie e congelate arriviamo al rifugio e probabilmente se non avessi sentito la responsabilità della gara di coppia avrei chiesto asilo (per sempre) all’uomo del rifugio. 
Ma ormai mancano 5km e dobbiamo solo (SOLO?!!) scendere. 
E allora andiamo! 
Per fortuna la stagione cambia di nuovo e torna l’estate che ci scalda e ci asciuga ma siamo (soprattutto io)  proprio stanche, forse più mentalmente che fisicamente. Gli ultimi 2km in cui la discesa si fa umana corricchiamo e facciamo pure una semi volata con sorriso gli ultimi 100m. Peccato che non l’abbia vista nessuno perché il fotografo era già a casa, e immediatamente dopo l’arco premiavano i bambini. Niente medaglia fisica (non abbiamo capito se non esisteva o se non ce la siamo guadagnata sforando il tempo massimo) ma la medaglia morale ce la siamo data da sole per essere riuscite a completare questo incredibile percorso. 
Senza Tiziana e la sua grande pazienza, mi sarei più volte lasciata morire su un masso, ma la sua treccia rossa è stato il mio faro da seguire. 
Conserveremo un bel ricordo di questo percorso e di tutte le persone gentili che abbiamo incontrato. L’uomo che ci ha fatto parcheggiare in un posto sicuro davanti alla sua legnaia (la cui identità terremo segreta essendoci guadagnate questo enorme privilegio con la nostra aria smarrita e un po’ svampita), i volontari sempre sorridenti e disponibili e tutti i partecipanti che abbiamo incontrato lungo il percorso con i quali abbiamo condiviso e sdrammatizzato le nostre fatiche. 
Transcivetta forse ci vediamo l’anno prossimo..

Anna Vicentini